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Ciclostrada del Basso Pinerolese

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Tour della Comunità Montana

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Sulle alture di Pinerolo

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Tra la Val Pellice e la Val Chisone  

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Cumiana

PEDALANDO AI PIEDI DELLE ALPI

Questa è una descrizione ad "uso turistico" delle strade che percorro molto sovente quando ho una-due ore per allenarmi un po'. Ci troviamo a circa 50 chilometri da Torino, ai piedi di una caratteristica collinetta circondata dalla pianura. Siamo a Cavour e quella sopra di noi è la omonima Rocca, dichiarata Riserva Naturale dal 1995.

In questa parte di Piemonte ci muoveremo attraverso una fitta rete di strade di campagna, seguendo la "Ciclostrada del Basso Pinerolese", pensando non solo a pedalare, ma scoprendo angoli di insolita bellezza di cui non eravamo a conoscenza.

Dal punto di vista ciclistico, il percorso non presenta alcuna difficoltà: si tratta per lo più di strade secondarie, asfaltate o comunque con un buon fondo battuto, e non ci troveremo a dover affrontare salite. Non rischiamo però di annoiarci perché, attraversando piccoli borghi, campi coltivati e frutteti, incontreremo castelli, antiche ville, parchi con alberi secolari, abbazie ed altre bellezze artistiche. Queste zone sono famose, ed a ragione, per l'ottima cucina, di cui avremo modo di parlare in seguito, e per i prodotti agricoli, ma per il resto sono ancora ignote al turismo di massa: una ragione in più per sceglierle come meta della nostra gita.

In tutto il nostro itinerario saremo accompagnati dallo splendido panorama che ci offrono le Alpi, con Visu, il Monviso, che svetta al di sopra delle altre cime.

Non c'è una stagione preferenziale, ma al contrario, in ogni mese potremo apprezzare meglio particolari diversi che ci presenta la natura. Consigliamo però il periodo fine Inverno - Primavera, quando le montagne coperte di neve contrastano con il verde tenero dei campi e gli alberi da frutta chiazzano di bianco e di rosa la pianura, oppure i mesi di Settembre - Ottobre, con i meli ed i vigneti pronti per il raccolto, ed i parchi intorno alle ville fiammeggianti di giallo e di rosso.

Sulle strade che percorreremo il traffico maggiore (oltre che dagli altri ciclisti!) è rappresentato dai mezzi agricoli: qui si vive di agricoltura e di allevamento; la gente è schiva, ma quando si entra in confidenza, troveremo sempre qualcuno pronto a raccontarci le storie e le vicende di queste terre, magari in dialetto, con la cadenza lenta, caratteristica della bassa Val Pellice.

L'ITINERARIO

Non c'è un vero e proprio itinerario fisso: il percorso può essere suddiviso a piacimento in anelli con centro a Cavour, oppure si può optare per il giro più esterno (circa 70 Km), tralasciando però alcuni punti interessanti. La ciclostrada è adatta sia alle mountain-bikes che alle bici da corsa: sono solo quattro i tratti di sterrato (tra Riva e Buriasco, Bricherasio e Osasco, Bricherasio e Bibiana, Cavour e Cantogno) di lunghezza non superiore ai 2 Km, ed un quinto più lungo (5,2 Km) tra Buriasco e Cercenasco prevede un'alternativa su asfalto.

In due casi ci troveremo ad attraversare i torrenti Chisone e Pellice in corrispondenza dei cosiddetti "guadi stagionali" a Garzigliana e Zucchea: questi sono dei ponti in terra battuta, inagibili subito dopo le piogge, ma che vengono prontamente ripristinati nei giorni successivi. Attraverseremo ancora il Torrente Pellice tra Bricherasio e Bibiana sul ponte della vecchia ferrovia Bricherasio - Barge.

L'unica salita impegnativa (facoltativa anche per chi volesse compiere l'intero percorso) è quella che porta alla Rocca di Cavour: sono 1.7 Km con una pendenza media del 9.4 % (160 m di dislivello). Vi si accede uscendo da Cavour sul lato Ovest del paese, abbandonando la ciclostrada che prosegue diritto; si inizia con una rampa di notevole pendenza, a cui farà seguito un tratto leggermente più dolce a metà percorso, dopo di che la strada riprenderà a salire. Dalla vetta potremo godere di uno splendido panorama sulla pianura (con Torino e la collina di Superga in lontananza) e, se la giornata è particolarmente tersa, la vista sulle Alpi spazia dalle Marittime fino al Gran Paradiso ed al Monte Rosa.

Generalmente tutta la ciclostrada è ben segnalata, sia nei bivi che lungo il percorso, ma talvolta, soprattutto nei centri abitati, può esserci qualche problema, risolvibile con la cartina o seguendo le indicazioni delle strade principali.

ITINERARI CONSIGLIATI

  1 - Cavour - Bibiana - Bricherasio - Osasco - Garzigliana - Campiglione - Cavour  Km 40

  2 - Cavour - Villafranca - Vigone - Zucchea - Cavour  Km 38

  3 - Vigone - Cercenasco - Buriasco - Riva di Pinerolo - Buriasco - Macello - Vigone  Km 33

  4 - Cavour - Bibiana - Bricherasio - Garzigliana - Macello - Buriasco - Cercenasco - Vigone - Villafranca - Cavour  Km 65

  LE TAPPE

CAVOUR

E' il centro da cui prende il via il nostro itinerario, buon punto di riferimento grazie alla sua Rocca. In realtà non si tratta di un rilievo a se stante, ma dell'affioramento di una " cima ", appartenente al massiccio Dora - Maira, dai depositi sedimentari che nel Quaternario hanno colmato la Pianura Padana. La sua particolare conformazione e la posizione riparata hanno attirato nei secoli l'uomo, come testimoniano le incisioni rupestri ed i ruderi medioevali. Alla base troviamo l'Abbazia di Santa Maria, uno dei monumenti alto-romanici più importanti del Piemonte, fondata nel 1037 su di una struttura preesistente. Nel centro del paese, di fianco al Municipio, troviamo l'Ala: questo edificio è una caratteristica peculiare della zona. E' una struttura aperta lateralmente e coperta in lose (le pietre usate per i tetti, la cui estrazione e lavorazione un tempo era una delle attività principali del luogo). Sotto l'Ala si svolge il mercato e la gente si incontra a chiacchierare. Sono due le manifestazioni che, durante l'anno, attirano un grande numero di visitatori a Cavour: Una è "Tuttomele", che si tiene nella seconda settimana di Novembre; si tratta di una grande esposizione di tutte le varietà di mele prodotte nella zona, a cui è collegato un grande numero di altre iniziative. Prima fra tutte, ricordiamo la "Settimana gastronomica della mela", durante la quale i ristoranti preparano piatti a base di... mele, ovviamente ! dagli antipasti ai dolci. Sempre in ambito culinario, possiamo anche assistere al curioso "Pranzo dei Grassoni", altra rassegna annuale, al ristorante "La Posta". Dopo un lungo pasto composto esclusivamente da specialità della cucina piemontese, vengono eletti i "Grassoni" dell'anno: c'è una bilancia all'entrata del locale pronta ad aspettare i candidati.

Da VEDERE negli altri COMUNI del PERCORSO

 CAMPIGLIONE FENILE

Al centro del paese, circondato da un vasto parco, il castello dei Marchesi San Martino di San Germano ed il Palazzo dei Conti Battaglia, ampliato nel 1800.

BIBIANA

Se volessimo deviare dal nostro tracciato, potremmo salire sulla collina di Bibiana per ammirare l'edificio detto "Il Belvedere". Sul percorso è facile incontrare le case dai caratteristici tetti in lose.

BRICHERASIO

La Chiesa di S. Maria nella piazza omonima (sec. XVII) e gli antichi palazzi posti ai margini del centro storico.

OSASCO

Per visitare Osasco la ciclostrada compie una deviazione dall'anello principale; qui ammireremo il castello medioevale del 1200 con torri ottagonali angolari.

GARZIGLIANA

In località Monte Bruno i ruderi dell'antico castello e la chiesa, edificata su di un tempio pagano intorno all'anno 1000, poi ricostruita ai primi del Novecento.

MACELLO

Svetta sul piccolo Comune l'alto torrione del castello, circondato da un parco di 12000 metri quadri, ricco di piante secolari.

BURIASCO

Il castello si trova in periferia del centro abitato, oltre il Torrente Lemina. Oggi trasformato in ristorante, conserva ancora parte della struttura Trecentesca, anche se è stato più volte rimaneggiato.

CERCENASCO

Famosa soprattutto per ragioni culinarie, infatti nelle sue bealere si catturano le lamprede, che troveremo cucinate in modo prelibato nei ristoranti della zona.

VIGONE

L'abitato conserva un impianto medioevale, con pregevoli edifici trecenteschi e settecenteschi nel centro (Palazzo dell'Ospedale, Palazzo Civico, gli edifici degli Acaja).

RIVA DI PINEROLO

Non direttamente compresa nell'itinerario, si trova però sul collegamento tra la ciclostrada Pinerolo - Stupinigi e quella del Basso Pinerolese. Dopo un tratto di sterrato (direzione Buriasco - Riva) troviamo la Motta Santus, una delle tre Motte trecentesche (soprelevazioni con fortilizio) dislocate nei dintorni di Pinerolo. Questa conserva ancora intatto un torrione a bifora ed il ponte levatoio.

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Tour della Comunità Montana

Km 60                        Ottimo Ciclista

Pedalabile in salita              100%

Pedalabile in discesa          99%

Pinerolo – San Pietro Val Lemina – Pra Martino – Colle Mortero – Colle Lubè – Poliotera – Crò – Colle Ceresera – Pra l’Abbà – Bastianoni – Grange – Magnina – Pradera – Cumiana – Pieve – Torre San Giacomo – Frossasco – Roletto – Costagrande – Losani – San Maurizio – San Pietro al Ponte – Pinerolo

Questo percorso ci permette di attraversare praticamente tutto il territorio della Comunità Montana Pinerolese Pedemontana, prima nella sua parte alta e successivamente toccando i comuni che ne fanno parte. E’ possibile suddividerlo in più tappe, sfruttando la fitta rete di strade secondarie che si incrociano di volta in volta.

Dalla Stazione FS di Pinerolo ci dirigiamo verso il centro della città; seguiamo per un breve tratto la via Nazionale Stradale di Fenestrelle in direzione Val Chisone – Sestrieres e pieghiamo sulla destra seguendo le indicazioni per San Pietro Val Lemina. Un lungo rettilineo ci permette di raggiungere questa località posta alla base di una valle piacevolmente fresca e coperta da fitti boschi di castagno e faggio.

I cartelli stradali ci indicano il Colle di Pra Martino, 5 km di dura salita, fortunatamente ombrosa nella parte più impegnativa. Sono 465 m di dislivello, una pendenza media del 9,3%. Conviene rifornirsi di acqua alla fontana che troviamo alla nostra sinistra nella piazza, subito dopo la rotonda.

Attraversiamo prima una zona residenziale, poi, passata la chiesa di San Grato, la strada sale bruscamente nel bosco, tra pini silvestri e castagni. Ignoriamo tutte le deviazioni e proseguiamo su asfalto fino al Colle, dove un ampio piazzale (piuttosto brutto) ci permette di spaziare con lo sguardo su tutta la pianura.

Al termine della salita, sulla sinistra si diparte una carrareccia a fondo naturale che permette di cambiare versante e raggiungere Porte, a monte di Pinerolo, con una brusca (ma piacevolissima) picchiata nel bosco.

Abbandoniamo l’asfalto per imboccare la sterrata alla nostra destra; tratti in ascesa si alternano a brevi discese, il fondo è battuto e talvolta tra gli alberi si aprono piccole radure erbose, luogo ideale per una sosta. Di volta in volta tralasciamo le deviazioni che scendono sulla sinistra. Giunti a Colle Lubè, per evitare la risalita ci teniamo a destra, abbandonando così la strada principale. Questo sentiero attraversa a mezzacosta il versante del Monte Balmella e tocca una borgata abbandonata, per poi affacciarsi sui pascoli e sulle frazioni del Talucco Alto.

Rientrati sulla strada, scendiamo al Crò; qui incontriamo nuovamente l’asfalto, che proviene dal Talucco. Volendo possiamo rientrare a San Pietro percorrendo in discesa quella che, in assoluto, è la più dura delle salite del circondario: i 3 km finali hanno una pendenza superiore al 14%!

Noi saliamo al piazzale di parcheggio, dove ci dissetiamo alla fontana e ci riposiamo prima di ripartire. La strada è ancora lunga ed impegnativa…

Il punto è particolarmente panoramico: godiamo di una vista a trecentosessanta gradi sulle montagne e sulla pianura. In direzione Nord - Est si innalzano le pareti rocciose della Rocca Sbarua, storica palestra di roccia per gli arrampicatori torinesi… e non solo! Agli inizi del secolo anche il re del Belgio venne qui ad arrampicare!

Scegliamo la strada sterrata che scende subito dietro il ristorante, per poi riprendere a salire sul versante che guarda verso Grandubbione. Oltrepassata la fontana Eglantina (quota 1235m) continuiamo l’ascesa, sempre evitando le deviazioni sulla sinistra. Raggiungiamo il Colle Ceresera, e di qui scendiamo a Prà l’Abbà. In questo pianoro, meta tradizionale di picnic, si nota un fitto rimboschimento di abete rosso, all’interno del quale vi è una piccola sorgente.

Volendo, possiamo risalire leggermente al Colle Colletto, da cui si torna rapidamente al Crò. In questo modo chiudiamo l’itinerario, magari scendendo al Talucco, e di qui a San Pietro, sempre su asfalto. Siamo però già soddisfatti del nostro giro!

Altrimenti, scendendo a sinistra, ci affacciamo verso la valle del torrente Romarolo. La strada forestale scende a curve nella faggeta; al primo bivio, ci teniamo sulla destra e proseguiamo per un tratto in piano. La pendenza aumenta, il fondo in alcuni punti è piuttosto sconnesso. Attraversiamo un paio di ruscelli e continuiamo a perdere quota procedendo con prudenza fino ad una sella erbosa, da cui accediamo rapidamente alla strada asfaltata che collega le borgate alte del comune di Cumiana. Imboccandola sulla destra possiamo raggiungere rapidamente la frazione Ravera, e di qui continuare verso il basso.

I bikers più esperti potranno invece attraversare la borgata Bastianoni in direzione Ronco (La Ronc). Prima di raggiungere questa località, in corrispondenza di una curva si imbocca sulla destra una stretta pista oggi usata per la raccolta della legna. Dopo un primo traverso piuttosto impegnativo a causa del cattivo stato del fondo, le condizioni migliorano ed attraversiamo con un sentiero in piano un’isola di brughiera. Nei pressi di una vecchia casa abbandonata ritroviamo la strada, che scende alle Grange, poi alla Magnina, un vecchio ricovero dei carbonai. In pochi minuti siamo all’area attrezzata della Pradera (fontana!), dove ritroviamo l’asfalto; alla nostra sinistra è situata la sede del Parco Montano Tre Denti – Freidour.

Raggiunta la frazione Picchi, proseguiamo verso Cumiana, ricollegandoci con la strada che scende dalla Ravera. Dopo la borgata Maritani, arriviamo nel centro del paese, contraddistinto dalla maestosa Ala del Mercato.

Uscendo dal centro, proseguiamo diritto in strada Madonnina; prima del ponte sul torrente Rumiano pieghiamo a sinistra, attraversando Ruata Lombarda. Questo nome richiama il passaggio delle popolazioni longobarde in questi luoghi.

Svoltiamo ancora a sinistra in via alla Costa, passando a fianco della cappella del Santo Sudario, prima di dirigerci a destra verso la borgata Ruata Asciutta. Con un paio di saliscendi perveniamo a Pieve, la cui chiesa sorge su di un cocuzzolo ben visibile. Sempre su asfalto proseguiamo verso Pinerolo, tra i campi di mais e girasoli, oltrepassando i Tetti San Martino e mantenendoci sempre sulla strada principale.

Scendiamo verso la Provinciale che porta a Pinerolo in corrispondenza del bivio per Tavernette, ma prima di raggiungerla svoltiamo a destra in un viottolo sterrato, che al primo bivio tornerà ad essere asfaltato. Ci immettiamo per un brevissimo tratto sulla Provinciale, transitando di fronte alla chiesa di San Giacomo. La abbandoniamo subito dopo, imboccando una stretta strada dietro al locale posto in corrispondenza dell’ampia curva. Mantenendoci sulla destra, iniziamo a salire su sterrato, fiancheggiando il campo di motocross di Baldissero.

Usciamo dal bosco in prossimità di un vigneto, dove troviamo nuovamente l’asfalto. Scendiamo verso Frossasco, sfiorando il comune di Cantalupa; una brusca rampa ci porta ad uno degli ingressi del borgo, di origine romana, come dimostra chiaramente la struttura delle mura e la geometria delle strade. Attraversiamo completamente il paese, fuoriuscendo dalla porta sud dopo essere passati sotto l’Ala e davanti al palazzo comunale. Pieghiamo a destra, per immetterci sulla strada che porta a Roletto, nella cui piazza principale svoltiamo nuovamente, per salire in direzione di Costagrande.

La strada torna ad avere una buona pendenza, ma è la nostra ultima fatica. Tenendoci a sinistra ad entrambi i bivi che incontriamo, raggiungiamo la sommità della collina, percorsa da una tranquilla strada asfaltata, che imbocchiamo procedendo in piano verso Pinerolo. Alla nostra sinistra possiamo vedere la pianura, con il monte San Giorgio, Torino e la Collina di Superga in lontananza.

Prima che la strada inizi a scendere bruscamente, pieghiamo a sinistra nel bosco su di uno sterrato inizialmente pianeggiante, poi seguito da alcuni brevi strappi ed infine una discesa, quindi ritroviamo l’asfalto. Giriamo a destra ed attraversiamo una zona residenziale, con splendide ville antiche (regione Losani). Ritroviamo la strada precedentemente abbandonata, che scende bruscamente fiancheggiando la chiesa di San Maurizio, vero e proprio punto panoramico su Pinerolo e sulla cerchia di montagne che la circondano. Dopo aver apprezzato il panorama, ritorniamo sui nostri “passi” per imboccare via San Pietro al Ponte, una stretta stradina che ci riporta al rettilineo percorso in partenza di questo itinerario. A questo punto non ci resta che attraversare nuovamente Pinerolo per ritornare alla Stazione.

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Sulle alture di Pinerolo

 

Km circa 25, a seconda dell’itinerario scelto            Buon Ciclista Esperto

Pedalabile in salita              100%

Pedalabile in discesa          98%

Pinerolo – Losani – Costagrande – Talucco – Colle Infernetto - Costagrande – San Pietro Val Lemina – Pinerolo

Questo itinerario presenta un chilometraggio abbastanza ridotto, ma è comunque necessario un buon allenamento ed un’ottima padronanza del mezzo in discesa. L’area dell’Infernetto, insieme a Prà Martino ed al Crò, è una delle più frequentate dai bikers della zona. Quante volte ci sono stata? Non chiedetemelo, non ricordo...

Usciamo da Pinerolo per dirigerci verso San Pietro, guidati dall’aroma di panettoni, pandori e colombe proveniente dallo stabilimento Galup. Svoltiamo a destra in prossimità di un piloncino (via San Pietro al Ponte) e risaliamo lasciandoci la chiesa di San Maurizio alle spalle. Imboccata strada Losani, procediamo lungo la balconata panoramica fino ad un bivio a sinistra, quando dovremmo iniziare a scendere. Sullo sterrato, ci manteniamo a destra inoltrandoci nel bosco ed evitiamo le deviazioni che ci farebbero perdere quota.

Ritrovato l’asfalto, la strada procede in falsopiano per raggiungere Costagrande; noi proseguiamo fino ad una brusca rampa sulla destra, che sale nella parte alta del paese. Avanziamo di nuovo in piano per un tratto, poi ricomincia la salita ed il fondo diventa sterrato. Seguiranno circa 3 km di continui saliscendi, ed ignoriamo di volta in volta le strade che portano verso la cresta, mantenendoci sulla traccia più battuta. Questa si congiungerà con la strada asfaltata proveniente da San Pietro. La seguiamo fino ad arrivare al Talucco, località rinomata per un prodotto caseario tipico, i tomini.

Non entriamo nell’abitato, ma svoltiamo a destra in corrispondenza di un pilone votivo. Dopo la prima rampa nel bosco, scendiamo ad un gruppo di case, che attraversiamo procedendo quindi su fondo naturale. Poco dopo, alla nostra sinistra, incontriamo una fresca fontana, dove possiamo riempire le nostre borracce prima di iniziare l’ultimo tratto di salita. Questi boschi sono ricchi di ottimi funghi, così in autunno fitte schiere di cercatori con cestino e bastone ne sono i principali frequentatori… insieme a noi bikers.

Tralasciamo le tracce che salgono o scendono rispetto alla pista ben battuta che stiamo seguendo, ed in breve raggiungeremo un bivio nei pressi di una spianata. Davanti a noi la strada procede in piano, ma noi saliamo a sinistra, arrivando ad una radura erbosa denominata Colle dell’Infernetto. Possiamo scegliere se proseguire verso destra, seguendo un sentiero inizialmente pianeggiante; al primo bivio saliamo leggermente sulla destra, per poi iniziare a scendere. Questo (molto scavato nella prima parte di discesa nei periodi successivi alle piogge) si trasformerà poi in strada sterrata e ci riporterà in breve al tratto percorso dopo aver lasciato Costagrande.

Altrimenti imbocchiamo una traccia semi nascosta tra due betulle, proprio di fronte a noi. Tale sentiero, il cui fondo tende a peggiorare ulteriormente dopo le piogge, compie un lungo giro nei boschi, tra castagni e brugo, alternando facili tratti pedalabili a discese più tecniche. Una pista utilizzata per il taglio della legna ci conduce infine in prossimità di un’abitazione, dove ritroviamo l’asfalto.

Senza scendere verso il basso, con un percorso panoramico nella parte alta di Frossasco e Roletto torniamo alla chiesa di Costagrande e di qui al nostro punto di partenza, seguendo la strada dell’andata.

E’ stata realizzata una serie di itinerari sul territorio della Comunità Montana Pinerolese Pedemontano, segnalata con frecce in legno e cartellini riportanti il colore attribuito a ciascun percorso. La mappa che illustra l’intero tracciato è disponibile in tutti i Comuni della Comunità.

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Un colpo d’occhio su due valli

 

Km 22-25     Ottimo ciclista

Pedalabile in salita 100%

Pedalabile in discesa 100%

San Secondo – Prarostino San Bartolomeo – Piani – Colletta – Cardoni – Godini – Pralarossa – Rosbello – Turina – Ponte Palestro – Camussi – San Secondo

La nostra fatica inizia a San Secondo, dove possiamo scegliere la via che ci porterà a Prarostino – San Bartolomeo: se ci sentiamo particolarmente in forma per affrontare una salita da veri grimpeur, cercheremo l’imbocco di Via Massera, altrimenti attraversiamo l’abitato seguendo la strada principale, peraltro anch’essa abbastanza impegnativa (circa 5 km all’8% di pendenza media, contro i 4 km al 10% della prima via!).

Per trovarne l’imbocco, bisogna seguire le indicazioni per Prarostino, poi svoltare a sinistra appena usciti dal centro del paese. E’ una delle salite famose tra gli appassionati delle due ruote del circondario. Dire che si è “scalata” la Massera, farà sì che il nostro interlocutore ci guardi con altri occhi… Questa strada sbocca appena sopra San Bartolomeo, sulla via lungo la quale dobbiamo proseguire. Se fermiamo a prendere fiato, possiamo approfittarne per dare uno sguardo a Pinerolo ed alla pianura che comincia ai nostri piedi. Costeggiamo poi alcune case ed arriviamo ad un bivio prima dell’inizio del bosco.

Per evitare di sbagliare strada, possiamo seguire le frecce sulla destra, che segnalano la trattoria situata ai Piani di Prarostino, altrimenti, proseguendo inizialmente in piano, raggiungiamo la stessa località, evitando parte della salita. Incontreremo numerosi bivi con strade asfaltate, ma ci terremo sempre sulla destra, senza scendere. Quale che sia la nostra scelta, percorreremo il tratto successivo in bei boschi di faggi e castagni, piacevolmente freschi e dalle meravigliose tonalità arancio – giallo oro d’autunno.

Sempre seguendo i cartelli gialli, raggiungiamo il ristorante: qui delle frecce in legno ci indicano il percorso da seguire per il Colle della Vaccera, ed inizialmente le seguiamo. Lasciamo la strada asfaltata per affrontare un’impegnativa salita di un paio di chilometri su di una pista forestale dal buon fondo compatto, che ci permette di arrivare alla località Colletta, con non poca fatica. Alla nostra sinistra la strada procede in leggera discesa, in direzione di Angrogna (Val Pellice): noi invece continuiamo diritto (indicazione per Godini), finalmente senza la necessità di utilizzare rapporti molto corti. La via prosegue in piano o leggera discesa, e di tanto in tanto è attraversata da dei ruscelletti che scendono dai fianchi piuttosto scoscesi della montagna. Intorno a noi il bosco continua ad essere composto principalmente da faggi e castagni, alcuni anche di dimensioni rilevanti, ma noteremo anche dei larici.

Giunti nei pressi di alcune vecchie case diroccate, in inverno saremo colpiti dal particolare aspetto del luogo: le pietre dei muri si mimetizzano con i grossi alberi e le rocce che si innalzano subito dietro, ma il contrasto è soprattutto dato dall’edera che avvolge alcune piante fino in cima. Con la presenza delle foglie questi particolari sono molto meno evidenti ed il luogo appare meno lugubre… ma il fatto che non è inusuale vedere una poiana che si alza in volo da un ramo, non fa che aumentare l’atmosfera magica di questo tratto.

Qualche saliscendi ci porta ad un bivio in corrispondenza di un boschetto di abeti; noi evitiamo di scendere sulla destra, saliamo bruscamente (per l’ultima volta!) per superare un costone, ed arriviamo in vista della frazione dei Godini.

I piccoli raggruppamenti di case che incontreremo da adesso in poi conservano ancora numerose abitazioni in pietra, con i tetti in lose. Poco più avanti rimarremo colpiti da una minuscola scuola elementare, ormai in disuso da molti anni, e da una bella casa in pietra, i cui muri conservano ancora parte dell’intonaco, un tempo rosso intenso, oggi scolorito, ma comunque affascinante.

Attraversati i Godini, la strada inizia a scendere bruscamente, prima su asfalto, poi ancora strerrata per alcune centinaia di metri. Da Pralarossa, frazione tra i prati, con vista sulle montagne della Val Chisone, ci tuffiamo in picchiata verso il fondovalle, facendo attenzione alle curve strette che ci fanno perdere quota molto rapidamente. Ai vari bivi che incontreremo, evitiamo di risalire; giunti quasi alla fine della discesa, a Turina, imbocchiamo la strada sulla destra, ed in breve saremo a Ponte Palestro.

Per non dover terminare il nostro itinerario nel traffico della SS23, seguitiamo senza attraversare il torrente Chisone, che scorre alla nostra sinistra. Ancora qualche chilometro di pianura, poi arriviamo ad un bivio, alla base di San Secondo: qui svoltiamo a destra e, per l’ultima volta in salita, torniamo al punto da cui eravamo partiti.

 

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